Donne di Cuori è una nuova Associazione del territorio bresciano che negli intenti vuole accogliere e condividere vissuti ed esperienze con donne che cercano un punto di riferimento e un confronto su tematiche femminili e, soprattutto, lesbiche. Il nostro modo di fare politica sarà quello di esserci, nelle piazze, tra la gente, mostrando i nostri volti e promuovendo la cultura LGBT in tutte le forme che ci appartengono, al fine di ricostruire un’immagine di noi, donne lesbiche, scevra da ogni tipo di pregiudizio.


venerdì 22 luglio 2016

La penombra e i colori dell'amore






Io non sono tra coloro che "si sono scoperte tardi". 
Di me lo so da sempre, da quando i parenti ai pranzi di Natale mi chiedevano se avevo il "fidanzatino" e io avrei voluto rispondergli che c'era una mia compagna delle elementari che avrei voluto presentargli. Lo so da quando tutte le mie amiche uscivano con i primi ragazzi e io guardavo le loro mani, il loro sorriso e i loro occhi verdi mentre mi raccontavano del primo bacio. 

Siccome, però, "così fan tutte", alla fine con gli uomini ci sono uscita anch'io, intrecciando le storie più assurde e sbagliate, prendendo e lasciando e facendo anche del male a qualcuno (a me per prima) e imparando a conoscere me stessa.

La prima esperienza vera con una donna l'ho avuta a 18 anni, ma eravamo piccole, incoscienti, non sapevamo nulla di noi, figuriamoci dell'amore. Quella storia l'abbiamo vissuta, consumata, devastata come solo gli adolescenti sanno fare e quando è finito tutto siamo rimaste con il sapore che fosse crollato il mondo e la paura che non ci saremmo più innamorate. Mai più. Quantomeno io.

Ovviamente non è andata così.

A 27 anni ho conosciuto lei. 
Ricorderò quella sera per tutta la vita. 

Ero in penombra nella mia stanza e mentre lavoravo al computer per sistemare un file, avevo lasciato una chat per sole donne aperta e ridotta a icona.
Si aprì una finestra sullo schermo. C'era il suo nome per esteso, un "CIAO" e c'era lei.
Le risposi.
Lei scrisse ancora.
Da quel giorno quel saluto divenne un appuntamento fisso, un fiume di parole senza argini, divenne racconti, dialoghi, telefonate lunghissime e senza mai un silenzio e poi, anche, la voglia di vedersi.
Lei abitava (e abita tuttora) a 300 km da casa mia, ma non importava a nessuna delle due.
Non l'avevo mai vista, né lei aveva mai visto me. Non esisteva Facebook, non esistevano gli smartphone. 
Avevamo un cellulare, gli sms illimitati e la posta. 
E per posta mi arrivò una sua foto a sei anni e un mazzo di rose rosse che mio padre si ricorda ancora per avergli dovuto fare spazio in salotto perché sul tavolo della cucina ci dovevamo mangiare e mangiare in una selva non era proprio possibile.

Ci incontrammo di sera, in stazione.
Tremavamo entrambe come foglie, nonostante l'inverno fosse passato da un pezzo e non ce ne fosse motivo.
Avevamo tutte le nostre parole nelle tasche, la voglia di parlare ancora sulle labbra, nelle orecchie la voce, nel cuore solo il desiderio di stare assieme  per tre giorni.

Non avevamo mai parlato di baci, eppure accadde dopo un quarto d'ora che eravamo sedute in macchina. Lei stava guidando oltre i 100 orari, mi sporsi e la baciai.
L'auto decelerò fino a fermarsi in una piazzola.
Restammo molti minuti con lo sguardo fisso oltre il parabrezza, senza il coraggio di guardarci l'una con l'altra e i cuori che sembravano essere passati dal petto alla gola.

Quei tre giorni li trascorremmo nella penombra di casa, esattamente così come ci eravamo conosciute.
Lì cominciò una sequenza di giorni passati (sempre) assieme fino a un totale di quattro anni e mezzo, il mio trasferimento, una convivenza, chilometri di viaggi attorno al mondo.
Viaggi che restano tra i più belli della mia vita.

Non rimpiango nulla. Lo farei e rifarei e lo rifarei esattamente così come l'ho fatto, solo, forse, parlando di più e pretendendo qualche risposta.

O forse anche no ed era e rimane perfetto così.

Ciò che resta di bello è che quando mi scrive, ancora oggi, mi emoziona. Con un colore molto diverso, ma pur sempre pieno e, ancora, nonostante tutto, in penombra.

Barbara Audisio


Nessun commento:

Posta un commento

Dicci la tua..