Donne di Cuori è una nuova Associazione del territorio bresciano che negli intenti vuole accogliere e condividere vissuti ed esperienze con donne che cercano un punto di riferimento e un confronto su tematiche femminili e, soprattutto, lesbiche. Il nostro modo di fare politica sarà quello di esserci, nelle piazze, tra la gente, mostrando i nostri volti e promuovendo la cultura LGBT in tutte le forme che ci appartengono, al fine di ricostruire un’immagine di noi, donne lesbiche, scevra da ogni tipo di pregiudizio.


giovedì 23 ottobre 2014

LEI, PUNTO

Personalmente, quando l'ho guardata per la prima volta pensando che avrei potuto amarla, mi è cambiata la vita.. Ed è proprio così che è andata.. Ti innamori di un sorriso, di una fossetta, di un tono di voce, di un  qualcosa di nuovo che ti butta in un circolo di emozioni mai provato o, verosimilmente, con un'intensità mai raggiunta.

Quando ho scoperto di amarla ho sentito il bisogno irrefrenabile di urlarlo al mondo, di condividerlo, di raccontare di Lei ed il mio mondo ha reagito esattamente come dovrebbe essere: ha scelto di essere felice con me! Ma questa non è una fortuna da tutti..
 
Ripensando al mio recentissimo coming out, avvenuto ovunque ed addirittura sul posto di lavoro, rimpiango il non aver appuntato le frasi, spesso imbarazzate, dei miei interlocutori. Fra le più gettonate troviamo il “io l'ho sempre saputo” che mi ha sempre fatto sorridere perchè spesso, a 31 anni e dopo innumerevoli relazioni felici o meno con il sesso opposto, avrei voluto rispondere “e perchè non me lo hai mai detto prima???”

Personalmente, quando ho scoperto di amarLa, quando ho iniziato a viverLa, ho capito cose di me che non avrei mai immaginato. Mi sono ritrovata a fare 1 lavatrice dal risultato molto rosa, ho passato un week-end al mare con il cellulare attaccato alla mano ed ho sentito di avere, di nuovo, la spensieratezza dei miei 14 anni. Ho impostato la nostra foto sul cellulare ed ho contribuito ulteriormente ai lavori di manutenzione della A4.

Ho amato ed amo follemente quel modo che hanno soltanto le donne di prendersi cura di qualcuno..

Ho amato ed amo follemente quella sensazione di sicurezza che soltanto una donna sa dare..

Perchè le storie d'amore finiscono ma quando chiudi una relazione con una donna la frase conclusiva è: “sarò qui quando ne avrai bisogno” ed è la frase più bella che qualcuno ti potrà mai dire.

Punto.

Olga

giovedì 16 ottobre 2014

STORIA DI UNA DONNA IN FUGA

Questa storia è vera, non di fantasia, a parte il nome della protagonista.
Una storia che parte dall'Iran e arriva in una città spagnola per poter vivere e per potersi vivere.
Sara, che ha parlato più volte con LEI, ce la racconta


Il mondo islamico condanna l'omosessualità, sia dal punto di vista normativo, che da quello sociale. 
Una condanna senza possibilità d'appello. 
L'omofobia di Stato sostanzialmente non differisce dall'omofobia sociale. La religione, che in alcuni Stati è confessionale, riveste un ruolo catalizzatore, e non di condanna, d'episodi di violenza, discriminazione e morte. 
In Iran, ad esempio, è prevista la pena di morte, in ragion del fatto che il concetto stesso d'orientamento sessuale è inammissibile nell'Islam, in quanto trasgressione dalla connessione spirituale che lega tutti e tutto nell'universo. 
Orientarsi sessualmente significherebbe, dunque, chiudersi in una visione fisica della vita, a dispetto di quella spirituale. 

Tutto ciò premesso, questa è la Storia di LEI (nome fittizio) che voleva vivere la propria vita "qui ed ora", "senza se e senza ma", senza che mettessero in pericolo la sua integrità fisica o psichica.
LEI che venne costretta a prendere marito in giovanissima età, perchè la famiglia d'origine, a suo stesso dire, aveva compreso la sua essenza, ovvero la sua inclinazione sessuale, e desiderava occultarla quanto prima con un matrimonio visibilmente tracciabile.
 Da quest'uomo, con cui aveva raggiunto un tacito accordo, ebbe un figlio che vive ancora in Iran. La sua vita sentimentale racconta di un amore con una donna nato, vissuto, "consumato" in terra d'Iran. Compagna di cui non rimangono che sporadici e confusi canali di comunicazione. Talvolta LEI la colloca in Canada, altre in qualche parte d'Europa, anche L'ALTRA LEI alla tragica ricerca di quel ambito "status di rifugiata", entrambe coese nello status di fuggitive.
Però ora LEI sembra aver trovato in Spagna una via, una casa, una speranza per ricominciare o iniziare che dir si voglia a vivere.
Una qualche forma di serenità fosse solo per il fatto che la pratica legale le permette di mettere un definitivo piede fuori dall'Iran.
LEI in eterna fuga, racconta di notti passate al gelo per le strade di Madrid, dopo una roccambolesca fuga dal suo Paese, senza documenti, senza cibo,... senza.
Poi l'aiuto della croce rossa spagnola e del CEAR (Commissione Spagnola per l'Asilo e il Rifugio), l'affiancamento ad una abogada , l'inizio dell'iter giuridico per ottenere los papeles.
Una equipe di professionisti che hanno lavorato per farle ottenere lo status di rifugiata per violazioni legate all'orientamento sessuale. 
Nel programma ministeriale CEAR è prevista anche una formazione professionale  tout court che permette, a queste persone che arrivano in Spagna in situazioni estreme, d'integrarsi anche lavorativamente nel contesto sociale.
LEI ha studiato la linguaspagnola, ha seguito con costanza ed impegno il corso ed ora ha acquisito un nuovo lavoro mai esercitato prima, ma di cui parla con passione.
LEI ora fa la parrucchiera, ma non dimentica chi l'ha accolta e apporta il suo contributo di vita e d'esperienza al gruppo "diritti umani" dell'associazione lgbt Lambda.


Ama la Spagna, lo si percepisce da come ne parla.
Vive a Valencia ed è l'autentica testimonianza di come chi vive a contatto con il pericolo di morte (al fine d'essere semplicemente se stesso), finisce con l'amare così profondamente la vita che è pronto a ricominciare da zero per inseguirla, ovunque essa  conduca.
 
Sara

martedì 14 ottobre 2014

STORIE DI ORDINARIA GENITORIALITÀ LESBICA


Mi accingo a pulire la stanza dei figli: si ricade sempre negli stessi errori, malgrado le discussioni, le suppliche, le minacce, i premi.


Nonostante tutto non ce la faccio ed ho sfoderato i miei detersivi migliori, tanto per cominciare lo swiffer regalato dalla fidanzata perchè sa che mi rende felice.
Lo faccio perchè mi sento minacciata da un'entità Alfanica, la stessa che mi accusa di non poter essere una brava mamma.
In effetti non lo sono perchè in 14 anni non sono riuscita ad inculcare a mia figlia la necessità di vivere in un ambiente pulito ed ordinato.
Già immagino la DIGOS, gli assistenti sociali, le Sentinelle che fanno irruzione in casa mia armati di crocifissi (sanno che in casa non ce ne sono) che puntano la stanza del reato, come se sapessero. Perchè i miei figli hanno una mamma che vive nel peccato e per giunta senza lavoro e questo comporta sicuramente un cedimento neuronico e le sinapsi vanno in tilt, sicuramente un'aggravante.
Rappresento il classico esempio di inadeguatezza genitoriale anche perchè whatzzappo o wahtappo o wazztappo con mia figlia nell'ora buca causa assenza profe e ci diciamo che ci amiamo e, nonostante tutto, ne approfitta per scrivere:" Puoi per favore lavare le Converse senza farle diventare marroni e senza far sbavare il marchio??"
Inadeguata perchè mi sono accorta che il figliolo non ha messo il quaderno di italiano in cartella, visto che hanno non so quale laboratorio ed io mi sono fidata di lui, mi spiego?? non so quale laboratorio abbia!! che madre sono? incosciente dei suoi laboratori... sento le lacrime risalire i dotti.
OK! Venite, entrate in casa mia, osservate il caos, i sacchi di cartone davanti alla porta che,altrimenti,  li dimentico per la quarta settimana di fila ( un punto a mio favore, ho il trip della differenziata).
Entrate pure!
Tanto non troverete più il sacchetto di castagne raccolte dal piccolo, ormai sommerse dalla muffa, visto che ho già provveduto.


Approfittando della vostra presenza, vi lascio agire indisturbati e mi chiudo in bagno con il libro di economia di mia figlia, così quando le provo la lezione evito di sfoggiare la mia beata ignoranza.

Quando avete finito l'ispezione e raggiunto le vostre conclusioni, chiudete la porta alle vostre spalle, altrimenti Tom vi segue e non è buona cosa.

Alessandra



domenica 12 ottobre 2014

BOXTROLLS, LE SCATOLE DELLA MAGIA DI GENERE

“I veri Mostri sono gli umani”, ed è così che questo alternativo film d'animazione entra come una dolcissima metafora sulle discriminazioni di genere, a fare parte di quei lungometraggi che fanno riflettere ed educano alla scelta data dalla conoscenza.

Basato sul romanzo illustrato 'Arrivano i mostri!' (Here Be Monsters!) di Alan Snow, Boxtrolls, Le Scatole Magiche è una favola comica e triste quanto la realtà in cui viviamo.
Ambientata a Cheesebridge, un'elegante cittadina dell'epoca Vittoriana i cui abitanti sono ossessionati dalla ricchezza, dalle classi, e dall'odore del formaggio. Nel sottosuolo cittadino dimorano ed esistono i Boxtrolls, dei mostriciattoli poco gradevoli d'aspetto che gli abitanti temono e cacciano per credenza in una leggenda che li racconta come esseri pericolosi e ladri spietati di bambini. Queste insolite creature sono in realtà dolci e miti, geniali inventori che di notte escono a procurarsi materiale per la loro sopravvivenza.
 I Boxtrolls si nutrono di insetti e il loro aspetto è “diverso”, la loro lingua è “diversa”, la loro alimentazione è diversa. La società li ha resi timidi e insicuri al punto di vivere dentro le scatole di cartone che un tempo contenevano oggetti o alimenti loro, se pur di nascosto e rischiando la vita, collezionano rifiuti che poi trasformano in nuove invenzioni.
In questa pellicola viene creato l'unico eroe possibile: una metà perfetta dei due mondi, colui che non ha radici,contaminazioni o pre-giudizi. Un bimbo cresciuto nella grande famiglia dei Boxtrolls come fosse uno di loro.

Affidato dal padre inventore ad un Boxtrolls di nome Fish, Uovo, (questo il nome del bimbo che indossa appunto la scatola delle uova), sarà il tramite perfetto per dare inizio alla rivoluzione di una delle tante razze, che in nome della propria libertà di essere, salirà in superficie per dare una lezione di educazione civica ad una città dalla mente storta da chi ne trae il proprio profitto.
"Chi può ritenersi vero genitore?
Colui che si prende cura, indipendentemente dai vincoli di sangue, o il genitore biologico disattento e anafettivo?
Chi cresce un figlio equilibrato e dotato di valori sani?
Una famiglia affettuosa e partecipativa (anche quando costituita da individui dello stesso sesso, come nel caso dei Boxtrolls per Uovo) o una famiglia tradizionale dove padre e madre si preoccupano più dell’apparenza senza offrire ascolto al proprio figlio (come nel caso di Winnie, la fortunata figlia del sindaco della città che però sente la mancanza di affetto e attenzioni)?

Accanto al tema della famiglia, quello forte dell’accettazione di chi consideriamo diverso per ignoranza.
Solo la cultura e la reale conoscenza dell’altro possono abbattere le barriere del razzismo e della segregazione.
E ancora, accettazione di noi stessi come motore per agire nel migliore dei modi.
Uovo farà suo questo principio, al contrario di Archibald Arraffa, che detesta la sua condizione sociale e, in un suggerimento nemmeno troppo velato, anche la propria condizione di uomo. Se Archibald imparasse a conoscersi e accettarsi, sarebbe ancora motivato a mentire e fare del male?"

Bruna

giovedì 9 ottobre 2014

CARA AMICA... (ETERO)

Ho un'amica.
Un'amica meravigliosa e intelligente, fissata con il senso civico e l'onestà.
Detesta qualsiasi tipo di discriminazione e sopruso.
Ha avuto una vita difficile e, nonostante la sua giovane età, è cresciuta molto in fretta e ha le idee chiare rispetto al mondo che vorrebbe e,  soprattutto, a come vuole vivere e da chi vuole essere circondata.


A lei dico tutto, nel bene e nel male ed è sempre aggiornata su tutte le cose che mi succedono.
Le parlo della mia famiglia, dei miei amori, dell'associazione, delle nostre battaglie e so bene come la pensa. So che trova assurde le discriminazioni e l'ignoranza di molte persone che parlano, ma non sanno nemmeno che cosa stanno dicendo.
Oggi però le ho mostrato un video che contiene delle interviste alle Sentinelle in Piedi.


La sua reazione è stata un vero e proprio boom!
L'ho vista delusa, amareggiata, arrabbiata.
Ha commentato il link sulla mia bacheca di facebook scusandosi (lei??) "per lo schifo che subiamo". 
Ha poi condiviso il video sul suo profilo facebook ed ha firmato la petizione online "No alla circolare contro i matrimoni same sex contratti all'estero".
Infine, ha postato il link del video in un gruppo di whatsapp nel quale c'è praticamente tutta la sua squadra di pallavolo.
Questo tam tam ha quindi coinvolto, tra gli altri, il suo fidanzato e una sua cara amica che, a loro volta, hanno postato lo stesso video sui rispettivi profili facebook.
Questo video, queste dis-informazioni, stanno girando anche tra persone che probabilmente non sapevano nemmeno chi fossero le sentinelle, che forse non sapevano nemmeno bene cosa fosse l'omofobia.
Ma ora sanno esattamente perchè ci arrabbiamo tanto e ci sentiamo offese!

Sono grata a Lei, a questa piccola grande Donna, che combatte insieme a me e per me.
Mi sento meno sola, mi sento più forte.

Dedico a te questo mio post, mia Grande Amica, con immensa gratitudine.

Sonia

domenica 5 ottobre 2014

SILENZIO? NO, NESSUNA ARGOMENTAZIONE!


Oggi a Brescia era una bella giornata di sole e con un'amica ho partecipato ad una maratona fotografica.
Per sei ore mi sono dimenticata che in una delle piazze principali avrebbero manifestato le Sentinelle in piedi fino a quando, percorrendo la città, ci siamo imbattute nella loro veglia.
E' stato involontario e casuale per cui, non avendo alcuna bandiera e simbolo, mi è stato possibile avvicinarmi ad una Sentinella.
Era un ragazzo più o meno della mia età che, con una pettorina, distribuiva dei volantini.
Mi sono avvicinata e ho chiesto se potevo averne uno e mentre lo leggevo gli ho chiesto spiegazioni.

Gli ho domandato cosa toglie loro un'unione omosessuale.
Mi ha risposto che lui non ha niente contro nessuno e che tra l'altro, lavora con "uno di quelli lì", riferendosi evidentemente ad un ragazzo gay. La mia amica ed io "ridiamo" per quell'espressione, ripetendo le sue assurde parole.
Intanto le Sentinelle, islamici e cattolici fondamentalisti e i fascisti, continuano la loro veglia leggendo i libri più disparati, protetti da un cordone di sicurezza delle forze dell'ordine.
Gli domando allora che impatto ha nelle loro vite il matrimonio di due adulti consenzienti.
Lui risponde che il problema è che gli omosessuali possono fare le loro "porcate", ma non si possono sposare. Gli chiedo, quindi, se sta parlando di ciò che succede in camera da letto, perchè la relazione, l'amore e tutto il resto sono uguali.
Non sa bene come controbattere e mi dice che adesso "gli omosessuali vogliono andare nelle scuole per insegnare queste robe qui, ma che la famiglia è solo quella tra uomo e donna".
Gli dico che nelle scuole vogliono semplicemente insegnare a conoscere "le differenze" e che la famiglia, come la intende lui, non è l'unica possibile...
...perchè la famiglia idolatrata dalle Sentinelle esiste solo nelle pubblicità...
...perchè la famiglia odierna è anche quella allargata, separata, omogenitoriale.
Non sa cosa dire e in effetti mi rendo conto che non ha nessun tipo di argomento, forse proprio perchè le idee che cerca di sostenere sono prive di fondamento.
In tutto questo non saper argomentare, il 'sentinello' offre un volantino ad una donna molto distinta che sta passeggiando.
Lei,  gentilmente, lo prende e mentre si allontana inizia a leggerlo.
Siamo ancora lì a dibattere delle teorie strampalate delle Sentinelle quando, la signora distinta torna e restituisce il volantino al mio interlocutore:  "Lo tenga, non sono d'accordo con quello che sostenete".

Ecco.

Io oggi decido di pensare solo a quella signora e non a tutte quelle figure immobili che, trincerate dietro un pesante silenzio, si arrogano il diritto di dire che io sono sbagliata e che non posso amare.

Sonia

venerdì 3 ottobre 2014

LA LOTTA DELLE SENTINELLE PER NEGARE LA MIA VITA

Io vivo sempre nel mio limbo.
Credo che nulla e nessuno potrà mai farmi del male, credo nelle persone che ho accanto e mai ho paura di ciò che potrà accadermi, affermandomi nella mia vita.


... ma stamattina ho guardato per curiosità la pagina delle Sentinelle in piedi e mi si è gelato il sangue.
So chi sono le Sentinelle,  da quando si sono formate.
Ho partecipato ad una manifestazione che contrastava la loro veglia, ma mai avevo letto ciò che dicono sulla loro pagina.
Sono arrabbiata e spaventata.
Stamattina è così..come ci si può unire per vegliare, così scrivono "..su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà." ???
E poi nella stessa facciata aggiungono "..per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli"


Sentinella, vegli per difendere l'uomo e nello stesso tempo neghi possibilità all'uomo stesso.
..non capisco...
... non capisco le persone che vogliono lottare per togliere diritti agli altri...
...non capisco chi si mobilita per rendere difficile la vita a chi non vuole togliere nulla, ma semplicemente vuole affermare la propria vita...
...non capisco e sono arrabbiata..

Valeria