Donne di Cuori è una nuova Associazione del territorio bresciano che negli intenti vuole accogliere e condividere vissuti ed esperienze con donne che cercano un punto di riferimento e un confronto su tematiche femminili e, soprattutto, lesbiche. Il nostro modo di fare politica sarà quello di esserci, nelle piazze, tra la gente, mostrando i nostri volti e promuovendo la cultura LGBT in tutte le forme che ci appartengono, al fine di ricostruire un’immagine di noi, donne lesbiche, scevra da ogni tipo di pregiudizio.


lunedì 19 gennaio 2015

LA MIA PRIMA 'MANIFESTAZIONE'

Ieri 17 Gennaio 2015, a Milano, il convegno sulla tutela della Famiglia "tradizionale" promosso dai fautori delle cure riparative.
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Anche prima di scoprirmi lesbica, o meglio, prima di prendere consapevolezza del mio orientamento sessuale, scoperto all'età di 27 anni (ora ne ho 36), ho sempre pensato a quanto fossero assurde certe affermazioni, visto che l'Amore è Amore!!!
Nella mia vita, fin dall'età di 14 anni, c'è sempre stata un'amica, lesbica e,  insieme a lei, ho "vissuto" le botte e tutta una serie di violenze di suo padre, perché per lui la figlia era una persona "malata ".
Malgrado questo, non sono mai scesa in piazza per lei, nonostante trovassi giuste le manifestazioni a supporto delle persone Lgbt
E poi,  mi sono 'scoperta' io.
 Dopo una serie di difficoltà iniziali, di autoanalisi, di tante domande e di tanti perché, ho deciso di sentirmi libera al 100%. Il primo passo è stato fare coming out con le mie amiche e i miei amici, i quali hanno reagito come un vero amico/a dovrebbe fare. Poi l'ho comunicato ad un paio di colleghe...ma non alla mia famiglia.
Successivamente, malgrado fossi circondata da fantastiche amiche "etero", in me è cresciuto il desiderio di conoscere ragazze "come me", donne con cui confrontarmi, condividere le nostre storie di gioia e di difficoltà, ma soprattutto il bisogno di libertà nell'essere 'quello che sono'.
Così, ho stretto amicizia con Bruna, lesbica dichiarata e persona totalmente libera nel vivere la propria omosessualità e con lei ho potuto confrontarmi su un altro modo possibile di viversi.
Alcuni mesi fa Bruna mi ha inviato a partecipare ad un aperitivo organizzato dall'Associazione che frequenta: Donne di Cuori. Di seguito ho iniziato a partecipare alle riunioni, agli eventi, a conoscere tante persone, ad assorbire il loro entusiasmo nel vivere la propria vita liberamente e senza nascondersi. Lo stesso entusiasmo che trasferiscono nella lotta per avere uguali diritti, nel combattere le "Sentinelle in piedi" e nella realizzazione di tutte le attività mirate a farsi conoscere sul territorio
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Così, rieccomi a ieri, alla mia prima manifestazione.
Al Pirellone si stava svolgendo il Convegno sulla Famiglia... 
...in piazza, IO
Un cartello al collo con la scritta " sono lesbica", una bandiera associativa che sventolavo con orgoglio, in mano un cuore di carta con stampato lo slogan "uguali diritti"...
Ma soprattutto IO, la mia faccia che alzavo con orgoglio anche di fronte alle telecamere che registravano l'evento.
Nonostante tutta questa gioia, ero  preoccupata che i miei genitori scoprissero dal telegiornale della mia omosessualità;  non mi sembrava il modo migliore e corretto per farglielo sapere.
Ero felice di manifestare per me, di essere con un gruppo di donne che mi dà tanta forza... tanta forza per sentirmi libera e vera e per non sentirmi sola, ma mancava ancora un piccolo tassello.
Così...
IERI..Felice, felice, FELICE!
OGGI ho comunicato a mia sorella, la mia sorella gemella, che sono lesbica.
È stata tutta quella gioia che mi ha spinto a fare il mio primo coming out familiare...
IO... OGGI, domenica 18 Gennaio.
IERI... tante prime volte.
OGGI, i miei primi grazie.
Grazie a Bruna per tutto, tutto il suo affetto, il sostegno, le sue parole.
Grazie a Sonia che sto conoscendo giorno dopo giorno, che sa contagiarmi con la sua energia dirompente e sa alimentare i miei entusiasmi
Grazie alle mie amiche di sempre, che sono state le prime a farmi sentire libera di vivermi senza menzogne.

Grazie a tutte voi, Donne di Cuori, che con le vostre storie personali e con tutto quello che condividete in associazione, mi fate sentire ogni giorno un po' più libera.
GRAZIE!
Melania



venerdì 2 gennaio 2015

OUTING

La visibilità omosessuale non dovrebbe più essere un tabù o far notizia.
Ma, nonostante i tempi che cambiano, molti rimangono ancorati in un pensiero che crede che l'omosessualità sia ancora un problema o una malattia per la società.
Ci sono persone che lottano per i diritti della comunità LGBT,  coinvolte, tra molte cose,  nell'operare per "normalizzare" la situazione di coloro che tacciono per paura del 'cosa dire e come dirlo' spaventate dalle possibili reazioni.
E ci sono sempre, in qualsiasi ambiente si frequenti, quelli che, senza problema alcuno, parlano e/o sparlano per chi non ha il coraggio di fare il passo e dire 'Io sono gay, lesbica, bisessuale o transessuale'.
È chiamato ' Outing ' e spesso confuso con il 'Coming out' con cui ha una differenza sostanziale. L'outing prevede l'azione di una persona nel raccontare ad altri l'orientamento o l'identità di genere di qualcuno, senza il previo consenso dell'interessato, indipendentemente dalle condizioni sociali del suo ambiente e il modo in cui  la 'nuova realtà' influenzerà la vita della persona in questione.
Quasi tutti abbiamo sofferto almeno una volta di 'Outing', a prescindere dalla nostra vera ed reale condizione sessuale ed affettiva. Perchè spesso l'omosessualità è utilizzata come insulto, o riferita come pettegolezzo e, quando raccontata in un momento in cui non si è pronti ad affrontare le possibili reazioni delle persone che fanno parte del nostro enturage, lavorativo, familiare o amicale che sia..allora, anche per noi diviene un problema.
Poco importa la consapevolezza che sia 'l'esterno' retrogrado e giudicante.
La paura di ripercussioni diventa devastante e non ci aiuta a fare il grande passo, il nostro libero e liberatorio coming out. È di noi che si parla, è la privazione della autodeterminazione personale, della scelta e della responsabilità individuale.

L'outing spesso ha colpito anche alcuni 'famosi' a cui è stata attribuita una condizione che li ha costretti a giustificarsi,  vera o falsa che fosse la notizia.
Quanti di noi già avevano sentito parlare dell'omosessualità di Tiziano Ferro, Maria de Filippi, Renato Zero, Paola Barale, Rosalinda Celentano, Fabio Conti, Lucio Dalla, Ricky Martin, Cristiano Ronaldo...ancor prima del loro libero coming out.
Tra loro qualcuno ha negato perchè non era vero, chi ha fatto finta di nulla, chi si è giustificato, chi l'ha confermato.
In qualsiasi caso è sbagliato.
Finchè saremo in una società in cui l'omosessualità è una 'etichetta discriminante' e non una caratteristica individuale, l'outing è pericoloso e dannoso e, soprattutto, da condannare. Finchè la libertà di essere ciò che si è verrà negato dalle istituzioni, dalle religioni, dai falsi tradizionalismi, l'outing è da biasimare.
Ognuna di noi è artefice della propria realtà e se la nostra visibilità ci fa paura, nessuno ha il diritto di interferire nella nostra scelta.
Come Associazione di donne lesbiche possiamo solo impegnarci e lavorare affinchè queste persone si sentano meno sole e utilizzare la nostra visibilità come arma di riflessione per coloro che, in nome di una ipotetica ideologia pseudo religiosoculturale, affermano l'errore nelle nostre vite e la 'anormalita' e patologia del nostro modo di essere.

Ci aspettiamo, quindi, in questo 2015 nuove battaglie e nuove conquiste per noi e per tutte le persone che stanno facendo pace con se stesse e, finchè non si lascerano spaventare da chi fa del pensiero unico l'unico grande ostacolo nell'accettazione e condivisione di altro all'infuori di sè, noi ci saremo.

Giulia