Donne di Cuori è una nuova Associazione del territorio bresciano che negli intenti vuole accogliere e condividere vissuti ed esperienze con donne che cercano un punto di riferimento e un confronto su tematiche femminili e, soprattutto, lesbiche. Il nostro modo di fare politica sarà quello di esserci, nelle piazze, tra la gente, mostrando i nostri volti e promuovendo la cultura LGBT in tutte le forme che ci appartengono, al fine di ricostruire un’immagine di noi, donne lesbiche, scevra da ogni tipo di pregiudizio.


venerdì 2 gennaio 2015

OUTING

La visibilità omosessuale non dovrebbe più essere un tabù o far notizia.
Ma, nonostante i tempi che cambiano, molti rimangono ancorati in un pensiero che crede che l'omosessualità sia ancora un problema o una malattia per la società.
Ci sono persone che lottano per i diritti della comunità LGBT,  coinvolte, tra molte cose,  nell'operare per "normalizzare" la situazione di coloro che tacciono per paura del 'cosa dire e come dirlo' spaventate dalle possibili reazioni.
E ci sono sempre, in qualsiasi ambiente si frequenti, quelli che, senza problema alcuno, parlano e/o sparlano per chi non ha il coraggio di fare il passo e dire 'Io sono gay, lesbica, bisessuale o transessuale'.
È chiamato ' Outing ' e spesso confuso con il 'Coming out' con cui ha una differenza sostanziale. L'outing prevede l'azione di una persona nel raccontare ad altri l'orientamento o l'identità di genere di qualcuno, senza il previo consenso dell'interessato, indipendentemente dalle condizioni sociali del suo ambiente e il modo in cui  la 'nuova realtà' influenzerà la vita della persona in questione.
Quasi tutti abbiamo sofferto almeno una volta di 'Outing', a prescindere dalla nostra vera ed reale condizione sessuale ed affettiva. Perchè spesso l'omosessualità è utilizzata come insulto, o riferita come pettegolezzo e, quando raccontata in un momento in cui non si è pronti ad affrontare le possibili reazioni delle persone che fanno parte del nostro enturage, lavorativo, familiare o amicale che sia..allora, anche per noi diviene un problema.
Poco importa la consapevolezza che sia 'l'esterno' retrogrado e giudicante.
La paura di ripercussioni diventa devastante e non ci aiuta a fare il grande passo, il nostro libero e liberatorio coming out. È di noi che si parla, è la privazione della autodeterminazione personale, della scelta e della responsabilità individuale.

L'outing spesso ha colpito anche alcuni 'famosi' a cui è stata attribuita una condizione che li ha costretti a giustificarsi,  vera o falsa che fosse la notizia.
Quanti di noi già avevano sentito parlare dell'omosessualità di Tiziano Ferro, Maria de Filippi, Renato Zero, Paola Barale, Rosalinda Celentano, Fabio Conti, Lucio Dalla, Ricky Martin, Cristiano Ronaldo...ancor prima del loro libero coming out.
Tra loro qualcuno ha negato perchè non era vero, chi ha fatto finta di nulla, chi si è giustificato, chi l'ha confermato.
In qualsiasi caso è sbagliato.
Finchè saremo in una società in cui l'omosessualità è una 'etichetta discriminante' e non una caratteristica individuale, l'outing è pericoloso e dannoso e, soprattutto, da condannare. Finchè la libertà di essere ciò che si è verrà negato dalle istituzioni, dalle religioni, dai falsi tradizionalismi, l'outing è da biasimare.
Ognuna di noi è artefice della propria realtà e se la nostra visibilità ci fa paura, nessuno ha il diritto di interferire nella nostra scelta.
Come Associazione di donne lesbiche possiamo solo impegnarci e lavorare affinchè queste persone si sentano meno sole e utilizzare la nostra visibilità come arma di riflessione per coloro che, in nome di una ipotetica ideologia pseudo religiosoculturale, affermano l'errore nelle nostre vite e la 'anormalita' e patologia del nostro modo di essere.

Ci aspettiamo, quindi, in questo 2015 nuove battaglie e nuove conquiste per noi e per tutte le persone che stanno facendo pace con se stesse e, finchè non si lascerano spaventare da chi fa del pensiero unico l'unico grande ostacolo nell'accettazione e condivisione di altro all'infuori di sè, noi ci saremo.

Giulia


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