Fate finta di vagare…vagare
fluttuando. Fate finta di essere improvvisamente immersi dentro un mare.
Le onde, senza direzione,
sbattono contro di voi, senza che possiate capirne la direzione.
Fate finta di poter, con
sforzo, riemergere. L’aria nei vostri polmoni. Con lo sguardo vagare...non c’è porto,
isola o boa intorno a voi.
Le braccia si muovono, cercano di tenere il
corpo a galla, ma nella testa un solo e unico pensiero: “ora dove vado?”
Ora, dopo avervi regalato questo delizioso cameo, o come
direbbe qualcuno, dipinto con maestria questo spaccato di tipico lesbodramma (di
cui io, con fierezza sono una maga, a quanto dicono….), invito le lettrici, anzi
“sfido” le lettrici a non aver provato, almeno una volta nella vita, questo
tipo di sensazione.
Dunque, dopo i canonici cinque secondi di insight, che ognuna di voi avrà fatto, provate
a chiudere gli occhi, fate uno sforzo e immaginate di aprire una grande valigia
di cartone…di quelle antiche, da viaggiatrice.
Aprite il coperchio e riempitela, riempitela fino all’orlo
di domande, tante, molto diverse… alcune confuse… altre banali e sciocche… qualcuna
impronunciabile; domande strane su di voi, su altre persone, domande bizzarre,
che quasi vi vergognate a pronunciare, domande strampalate, magari con un
inizio e senza una fine.
Chiudete la valigia, colma di tanti perché e avviatevi
camminando… verso un viaggio.
Io mi sono scoperta all’età di trentatré anni, con un
passato da etero convinta, fatto di tutto, ma proprio tutto ciò che una donna
etero può raggiungere a questa eta’. Scoprirmi, per me, ha significato mettere
in discussione tutto ciò che era certo, ogni premessa che io avevo sulla mia persona,
ogni convinzione, strada e idea attraverso cui la mia vita, fino a quel momento,
aveva preso forma.
La valigia che avevo sempre portato con me, improvvisamente,
si è ribaltata…tutto si è rovesciato sul pavimento e io piano piano ho dovuto ricominciare
a riempirla di nuove domande, di nuove realtà, sensazioni e soprattutto di una
nuova me…. ma che fatica!!!!
Durante il mio viaggio personale mi è capitata però la
fortuna di incontrare l’associazione “Donne di cuori”.
Io con la mia valigia un giorno sono arrivata in questo
gruppo di donne, ognuna diversa, ognuna con una propria storia, alcune di loro
molto serene e a loro agio, altre meno, alcune con storie da raccontare, altre
con sorrisi, altre con alcune cose da dire e alcune da ascoltare.
Il percorso con l’associazione è stato molto importante.
Potermi confrontare, soprattutto in un clima di serenità, ha aiutato molto.
Ascoltare i racconti delle altre ragazze, ciò che pensavano, frammenti delle
loro storie, ha permesso a me di cominciare a comporre la mia, lenire le ansie
e poter dire che ciò che stava accadendo poteva forse essere condiviso? Che i
pensieri che avevo dentro, erano pensieri che già, qualcun’ altra aveva già
incontrato sul proprio cammino? Che le domande che mi frullavano in testa non
erano cose così strambe e assurde in fin dei conti…
La condivisione ha un valore enorme. Mettere in comune tempo,
pensieri, opinioni, frammenti di vita aiuta ad accrescere la conoscenza di sé,
arricchisce ed emancipa. E’ un buono strumento per superare la paura, l’ansia e
il senso di solitudine che una persona può provare nel momento in cui porta con
sé dei vissuti che non ha la possibilità invece di raccontare….
Il gruppo rafforza, protegge e ti aiuta a sentirti più forte
e per me che ero piena di paura… la paura che può emergere nel momento in cui
ti scopri (ad un’età non proprio giovanissima e in una situazione di vita già
ben delinata) ha avuto un’importanza fondamentale.
Questo gruppo è cresciuto ed anch’esso è cambiato dal mio
arrivo ad oggi. Al suo interno ho trovato persone che per me sono state una
guida e dei punti di riferimento. Persone che hanno condiviso con me
informazioni, esperienze ed opinioni. Persone che a mia volta ho visto crescere
e diventare, lungo il cammino, sempre più forti. Persone a cui ho visto portare
avanti le loro idee con volontà ed orgoglio.
A volte proprio vedere in loro il coraggio con il quale
portano avanti l’idea di diritto, libertà di essere e orgoglio, ha aiutato me
ad averne nei momenti più faticosi. Insieme a loro ho potuto dare voce al mio
desiderio di essere libera, vera e me stessa.
Quant’é bella la parola orgoglio….
Ho anche visto il gruppo, avere la forza di mettersi in
discussione e rimettersi in gioco e questa cosa mi rende molto felice, perché
credo che, associazioni come la mia siano molto importanti, per tutte quelle
persone che iniziano un cammino di scoperta di sé.
Ho visto il gruppo trasformarsi e trasformare ciò che era, provando
a rispondere ai bisogni che pian piano sono emersi dalle singole personalità.
I desideri di confronto, informazione e scambio emersi qualche
mese fa, in questo periodo hanno dato infatti forma ad un entusiasmante percorso
fatto di lavori di gruppo, durante i quali vengono utilizzate diversificate
tecniche di comunicazione, che facilitano il “mettersi in gioco” di ognuna di noi.
Vengono scelte delle tematiche su cui ragionare e riflettere
e strumenti che facilitano tutto cio’ (libri, proiezioni, materiali vari…). Si
parla dunque di femminismo, identità, libertà, maschile/femminile, amore… ma la
cosa più importante è che viene fatto insieme. Ognuna ha la possibilità di dare
la propria opinione e condividere quella altrui. Ha la possibilità di chiedere
ed acquisire informazioni nuove, stimoli nuovi e costruttivi magari da poter
poi approfondire.
Idee diverse emergono e ognuna di loro ha il proprio spazio.
Le differenze fra di noi diventano in questo modo un arricchimento e un
confronto.
Inoltre, le relazioni si fortificato, perché spesso le
tematiche sono sensibili a molte e questo facilità la “messa in gioco” e la
condivisione di gusti, opinioni ed esperienze personali.
Io credo che questo nuovo percorso intrapreso, sia la base
per rafforzare l’identità del gruppo stesso. Questo perché, questa nuova
direzione, facilità la coesione fra le persone e solidifica i legami, attraverso
esperienze comuni su tematiche significative. E se il gruppo diventa forte
anche il singolo ne ha giovamento.
Magari, non si potrà rispondere a tutte le domande personali
di ognuna di noi… e la nostra personale valigia ci accompagnera’ comunque, ma
proprio il tentativo stesso di risposta, rende il braccio, che deve portarsela appresso,
più forte e sicuro….
E se il nostro personale viaggio magari non ha ancora una
direzione ben precisa…. questi piccoli viaggi di conoscenza, su questioni che,
in fin dei conti, riguardano ciascuna di noi, in qualche modo ci aiutano, se
non altro, a dare ordine ai pensieri e alle idee, che saranno la base di come
noi scegliamo e decidiamo di vivere ciò che veramente siamo….
Chiara